Lettera A Un Bambino Mai Nato by Lettera A Un Bambino Mai Nato

Lettera A Un Bambino Mai Nato by Lettera A Un Bambino Mai Nato

autore:Lettera A Un Bambino Mai Nato
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2012-02-04T13:22:00+00:00


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1975 - Lettera a un bambino mai nato

Forse mi frenava la timidezza di chi non sa cacciare chi siede al tuo tavolo senza domandare permesso. Forse mi frenava una pietà che a poco a poco diventava comprensione, rimpianto. Al di là delle sue debolezze, delle sue viltà, chissà quanto s'era tormentato veramente, anche lui. Chissà quanto gli era costato tacere, imporsi di venire con un brutto mazzo di fiori. Non si nasce per partenogenesi, la stilla di luce che aveva bucato l'uovo era sua, metà del nucleo che aveva dato l'avvio al tuo corpo era suo. E il fatto ch'io me ne dimenticassi era il prezzo che pagavamo per l'unica legge che nessuno ammette: un uomo e una donna si incontrano, si piacciono, si desiderano, forse si amano, e dopo un certo tempo non si amano più, non si desiderano più, non si piacciono più, magari vorrebbero non essersi mai incontrati. Ho trovato ciò che cercavo, bambino: tra un uomo e una donna ciò che chiamano amore è una stagione. E se al suo sbocciare questa stagione è una festa di verde, al suo appassire è solo un mucchio di foglie marce.

Gli ho lasciato preparare la cena. Gli ho lasciato aprire quella assurda bottiglia di champagne. (Dove l'aveva nascosta, entrando?) Gli ho lasciato fare un bagno. (Fischiettava, nel bagno, come se tutto fosse sistemato.) E

gli ho permesso di dormire qui, nel nostro letto. Ma appena se ne è andato, stamani, ho provato una specie di vergogna. E ora mi sembra d'aver mancato a un impegno, d'averti tradito. Speriamo che non torni mai più.

* * *

Camminare per strada dopo tanti giorni in un letto! Sentire il vento sul viso, il sole sugli occhi, vedere altra gente che va, assistere alla vita! Se lo studio del medico non fosse stato lontano, ci sarei andata a piedi: cantando.

Ho fermato quel taxi a malincuore. L'autista era un bruto. Fumava un sigaro grasso che mi nauseava, guidava bombardandomi di frenate brusche ed inutili. Dopo pochi metri ho sentito uno spasmo e l'allegria è annegata nel solito nervosismo. Nello studio del medico c'era una fila di donne con la pancia gonfia. Quando la segretaria mi ha pregato di attendere, mi sono irritata. Non mi piaceva allinearmi con le donne dalla pancia gonfia: non avevo nulla in comune con loro. Nemmeno la pancia. La mia è scarsa, si vede e no. Finalmente sono entrata, mi sono spogliata, mi sono distesa sul lettuccio. Il medico ti ha tormentato col dito, pigiando, frugando, poi si è Oriana Fallaci



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